Derby alla squadra di Ancelotti: 1-0. Il trio brasiliano rossonero fa la differenza contro l'Inter: è l'ex Barça a trovare il gol di testa su cross di Kakà. I nerazzurri cercano di imporre il loro gioco ma via via si innervosiscono, fino al rosso a Burdisso e Materazzi (dalla panchina) e all'occasione sprecata da Adriano
MIALNO, 28 settembre 2008 - "Ladies and Gentlemen...questa sera Milano è lieta di presentarvi...", recitava il mega striscione della Curva Nord nerazzurra. Idea azzeccata, ma solo per il Milan. Proprio così, lieta di presentare il primo gol italiano di Ronaldinho in un'azione tutta brasiliana. Derby infuocato, con l'espulsione di Burdisso nella ripresa e quella di Materazzi dalla panchina. Successo meritato perché più cercato dai rossoneri molto più organizzati e propensi al sacrificio.
SUPERPOTENZE - Forze d'urto a confronto. La cavalleria leggera del Milan contro quella pesante dell'Inter. L'intraprendenza di Ancelotti contro la razionalità di Morinho. Kakà-Ronaldinho-Pato contro Mancini-Ibrahimovic-Quaresma. Il tecnico rossonero conferma tutto, mentre quello nerazzurro fa un cambio in difesa: Burdisso al posto di Cordoba.
TATTICISMI - Il primo affondo è del Milan. Ed è una dichiarazione di guerra. Bello lo scambio veloce fra Pato e Kakà che si allunga la palla in area per poi crossare dentro, ma Julio Cesar non si fa gabbare. Mancini replica al 3' con un rasoterra che Abbiati lascia scorrere a lato. Il Milan la mette sulla velocità, l'Inter sul pressing asfissiante. I rossoneri si adeguano. Ma i campioni d'Italia hanno già impresso sulla pelle il marchio di Mourinho: possesso palla e tendenza a far addormentare la gara, per colpire al cuore quando meno te lo aspetti. Come all'11': scambio veloce e tocco dentro di Ibra dalla destra, respinto con un piede da Abbiati. Il Milan gioca molto alto e la sua propensione offensiva, al 14', mette Zambrotta nella condizione di tirare dai 30 metri: alto, ma di poco. Ma sono tentativi frutto di un tatticismo esasperato.
MAICON - Molto eloquente, invece, l'affondo di Maicon al 17' che mette in area per Ibra, stoppato dalla tempestiva uscita di Abbiati. Arriva la replica di Pato al 19', il cui tiro viene respinto con il corpo da Burdisso. L'Inter dà però la sensazione di essere più squadra: autorevole e autoritaria quando occorre. Maicon, per esempio, ha spesso via libera sulla destra e con le sue incursioni è una scintilla nel gioco a volte macchinoso dei nerazzurri. Potente il tiro sull'esterno della rete al 24'.
DINHO FA LE PROVE... - Ma la prima vera grande occasione capita al 26' a Ronaldinho su tocco di Kakà: il tiro è perfetto, ma gigantesca è la deviazione di Julio Cesar in angolo sul suo palo. Come dire che il Milan è salito di tono e ci prova molto di più. E' un po' troppo e l'Inter si scuote. Ibra fa bruciare le mani ad Abbiati al 35'; un guizzo che non rappresenta però tutta la potenza fisica dello svedese, ingabbiato in una marcatura opprimente.
...E SALE IN CIELO - Al 36' l'evento. Kakà, in sospetto off-side, trova il varco sulla destra e invita alla danza Ronaldinho che non si fa pregare due volte; il Gaucho spicca il volo, supera Cambiasso in elevazione e infila alla sinistra di Julio Cesar. Monta la rabbia nell'Inter che carica a testa bassa. I rossoneri si chiudono a riccio, limitando spazi e raddoppiano le marcature, non disegnando però le ripartenze. I nerazzurri spingono ma devono fare i conti con un Milan grintoso che quando occorre esalta il suo profilo più operaio, senza risparmiare nessuno; Ronaldinho e Pato compresi. E' il tema ricorrente del secondo tempo, in cui il Milan risponde con un atteggiamento in linea con il suo vantaggio: difesa accorta e contropiede prepotenti in cui mette sotto pressione la retroguardia interista. E' così che Mourinho decide di cambiare al 14' due pedine: Materazzi con Cruz e Mancini con Adriano, per un 4-2-3-1 che vede Zanetti scalare in difesa. Ma è ancora il Milan a convincere di più, sfruttando la serata di grazia di quei tre brasiliani lì davanti. L'Inter intanto paga la mancanza di quadratura e meccanismi. Così a prevalere è l'istinto. Ibra al 27' trova un varco centrale, ma il suo rasoterra si perde a lato. Ancelotti avverte la necessità di inserire muscoli tra difesa e centrocampo. Esce così Pato per fare spazio a Flamini.
FINALE DA INFARTO - L'assalto al Fort Apache, che esalta le qualità di Ambrosini, si trasforma in arma a doppio taglio, perché al 31', nell'ennesimo contropiede Kakà viene steso da Burdisso già ammonito: cartellino rosso e Inter in dieci. C'è spazio anche per Stankovic (fuori Vieira) e per far saltare i nervi ai nerazzurri, panchina compresa. Materazzi viene infatti espulso e Stankovic sfiora il rosso per una brutta entrata ancora su Kakà. Shevchenko, entrato per Ronaldinho apre ulteriormente varchi e manca il raddoppio al 44' perché Julio Cesar fa l'ennesimo prodigio. Poi sono minuti crudeli. Per l'Inter che con Adriano si mangia il pareggio a un metro dalla gloria. Battito a cento allora per il Milan, fino al tiro alle stelle di Ibra.
MILAN-INTER 1-0
(primo tempo 1-0)
(primo tempo 1-0)
MARCATORI: Ronaldinho (M) al 37' p.t.
MILAN (4-3-2-1): Abbiati; Zambrotta, Maldini, Kaladze, Jankulovski; Gattuso (Bonera dal 43' s.t.), Seedorf, Ambrosini; Kakà, Ronaldinho (Shevchenko dal 39' s.t.); Pato (Flamini dal 28' st). (Dida, Cardacio, Antonini, Emerson). All: Ancelotti
INTER (4-3-3): Julio Cesar; Maicon, Burdisso, Materazzi (Cruz dal 14' s. t.), Chivu; Vieira (Stankovic dal 35' s.t.), Cambiasso, Zanetti; Mancini (Adriano dal 14' st), Ibrahimovic, Quaresma. (Toldo, Cordoba, Rivas, Balotelli). All. Mourinho.
ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno (Niccolai, Papi).
NOTE: spettatori 79.057 per un incasso di 1.932.805,26 euro. Ammoniti Gattuso, Jankulovski, Burdisso, Vieira, Quaresma, Stankovic per gioco scorretto, Zanetti per proteste. Al 32' s.t. espulso Burdisso per doppia ammonizione, al 37' s.t. espulso Materazzi per proteste dalla panchina. Angoli 5-2 per il Milan . Recuperi 0' pt, 5' st.
w milan
RispondiElimina