MILANO, 25 agosto 2008 - Il giovane Andriy Shevchenko arrivò a Milano il 15 giugno 1999. All’aeroporto della Malpensa c’erano ad aspettarlo il dg Ariedo Braida e un interprete, più i giornalisti e qualche curioso. Ad aspettare il più maturo Shevchenko rientrante da Londra ieri a Linate c’erano i capi della curva, parecchi tifosi, ressa di telecamere. Giornata piena, questa volta: un’ora prima dell’ucraino erano atterrati Ronaldinho («Con Sheva faremo grandi cose») e Pato arrivati da Pechino.
BAGAGLI - Sheva è arrivato con un volo di linea, come nove anni fa, ed è apparso un po’ frastornato come nove anni fa, con meno timidezze e un bagaglio più pesante da portare: sette stagioni di gioia e 173 gol, l’addio, il dispiacere della gente, poi il desiderio di tornare e gli ostacoli. «Questa è una famiglia e siamo tutti felici», dice il vicepresidente Galliani. «Non è vero che solo Silvio Berlusconi ha insistito per riavere Andriy. Io ho portato i miei mattoncini alla causa e sono contento che alla fine siamo riusciti a riportarlo a casa».
ACCOGLIENZA - A casa, sì: questa mattina le visite mediche, poi un primo allenamento in solitario a Milanello (i compagni, tornati nella notte dalla Spagna, hanno un giorno libero) e il tentativo di tornare alla normalità. «Con tutta la gente che abbiamo visto arrivare dall’Inter o dalla Juve volete che si resti contrari al ritorno di uno che ha fatto 173 gol e ci ha dato tante gioie?», chiede un capo-tifoso. «Una volta ha baciato la maglia del Chelsea? Non me ne importa, si è scusato. Sono convinto che farà innamorare San Siro un’altra volta». Come prima, meglio di prima? Come quando aveva 22 anni e non aveva vinto coppe e scudetto e Pallone d’oro? Da oggi si ricomincia, ma non da zero e per questo non è facile. «Dici che ci sarà gente ad aspettarmi?», ha chiesto Sheva a un amico partendo da Londra. E a sentirsi rispondere di sì è rimasto stupito e contento.
GOL - Come prima sarebbe già abbastanza, meglio di prima pare impossibile: a 31 anni (quasi 32) Shevchenko deve fare i conti con gli effetti di due stagioni vissute ai margini del calcio inglese. La forma fisica è buona, l’ultimo intervento per un’ernia inguinale (Miami, inizio estate) un ricordo. Ma anche le partite vere e intere sono un ricordo. «Giocando poco, Andriy in due stagioni al Chelsea ha fatto più di venti gol», lo difende il d.g. Braida. «C’è gente che per fare venti gol impiega dieci anni». Come prima, meglio di prima, sperano al Milan, sarà il rapporto con lo spogliatoio. «Io sono stracontento che Sheva sia tornato», ha assicurato Kakà. E Ancelotti, passata la sorpresa, ha detto: «Bentornato». Si sa che è un tipo di poche parole.
MAGLIE - Come prima non sarà l’ingaggio di Andriy, mentre il numero di maglia potrebbe essere lo stesso. «Ne parleremo, magari il nostro bambino restituisce a Sheva il 7», butta lì con un sorriso Galliani. «Però non so se è giusto chiederlo». Pato (che aveva mandato la sua cartolina da Pechino nei giorni scorsi: «Se la società me lo chiede, sono pronto a cambiare numero. Sheva ha fatto la storia del Milan») ieri non si è sbilanciato: «Vedremo, ne parleremo». E lui ne avrà di tempo per quella maglia, ma non sarà l’ucraino a chiedere di poterla infilare come nuova: «Pato ha detto che mi lascerebbe il numero sette? E’ bello da parte sua, ma per me andrebbero bene anche il 76, o il 70, o il 77. Basta che ci sia un sette in mezzo e che sia una maglia del Milan». E poi magari ci vorranno un gol e un altro bacio, l’importante è ricominciare.
non cel'hai l'intervista a studio milannn????? la vorrei tanto vedere!!
RispondiEliminagrande grande SHEVA
RispondiEliminasheva il migliore vinceremo lo scudetto
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RispondiEliminasono davvero contento che sia ritornato
RispondiEliminain questi 2 anni lo odiato perchè se ne andato x il motivo che tutti sappiamo però adesso lo perdonato quindi forza SHEVA facci emozionare come in passato
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